Guardare oltre. La cura nei rapporti come stimolo positivo.

Teambuilding Daniele Cassioli

Il grande viaggio di Corefab nello studio di soluzioni efficaci per le aziende alle volte prende strade e declinazioni diverse da quelle di origine. Questo accade quando ci si ferma a pensare a come le attività di team building possano essere un grande supporto anche per segmenti di mercato differenti da quelli che abitualmente si rivolgono a noi.

È nato così, da un’attenta analisi delle risorse che Corefab poteva mettere a disposizione per incontrare il mercato della silver economy, il nostro nuovo progetto indirizzato a coloro i quali dedicano la loro vita professionale alla cura delle persone con fragilità sociali.

Chi si occupa delle persone e della loro cura ha la necessità di essere sempre in grado di ricevere stimoli che gli permettano di vedere oltre il semplice lavoro, cogliendo gli aspetti più importanti legati alla sensibilità, all’umanità e alla crescita continua.

Il ruolo di Corefab, in questa occasione, è diventato quindi ancora più importante. Perciò abbiamo deciso di circondarci di partner con una particolare attitudine sia sulle tematiche trattate che sull’obiettivo legato alla fiducia reciproca, allo scopo di alimentare la qualità delle relazioni.

È stato coinvolto un grande amico di Corefab, Daniele Cassioli , (Marco Menoncello e Daniele Cassioli in passato hanno collaborato per lo spettacolo teatrale “La Svista”) pluricampione mondiale di sci nautico, membro del consiglio nazionale del Comitato Italiano Paraolimpico, presidente del Real Eyes Sport (associazione sportiva senza scopo di lucro) nonché formatore aziendale e autore del libro “Il Vento Contro”.

Daniele, attraverso un percorso formativo dedicato alle aziende, porta la sua storia ed esperienza di sportivo non vedente trasformando la realtà in un viaggio meraviglioso attraverso l’utilizzo e lo stimolo di tutti i sensi, mettendo in evidenza come il nostro istinto ci faccia sfruttare solo una piccola percentuale del loro potenziale.

Al fianco di Daniele, oltre allo staff interno di Corefab con Chiara Marelli, facilitatrice ad un tavolo di lavoro e Marco Menoncello, coordinatore dell’intera attività, abbiamo abbinato altri professionisti:

Samantha Zintu, responsabile della formazione aziendale per Poleposition.tech Laura Bricola, educatrice professionale.

Per questa missione unire le forze era indispensabile.

Sulla base di queste premesse e con una nuova sfida da affrontare, insieme a Samantha e Daniele abbiamo dato vita ad un nuovo format, adattando una delle nostre attività di team building e declinandola per lo staff di Domitys , realtà che da anni si occupa di fornire (sia in Italia, sia in Francia) strutture abitative in cui far vivere in sicurezza la terza età, senza rinunciare ai propri spazi, alla privacy e semplificando lo stile di vita, grazie al supporto costante di un team di professionisti e collaboratori.

La giornata di team building ha avuto inizio facendo scendere in campo Orietta Coppi, General Manager di Domitys che, grazie alla profonda conoscenza del suo staff, ci ha permesso di creare le giuste squadre affinché potessero ottenere il migliore risultato dall’esperienza che stavano per scoprire.

Partendo quindi dal grande tema della Cura, importante per tutti coloro che lavorano nel campo sanitario, sono state individuate 4 macro categorie da cui partire per l’attività proposta:

  • Creatività
  • Comunicazione
  • Economicità
  • Motivazione

All’interno di queste 4 aree è stato importante focalizzarsi sul raggiungimento dell’obiettivo chiave della giornata:

Prendersi cura di sé stessi aumenta la possibilità di farlo con gli altri, migliorando la gestione delle relazioni della vita quotidiana.

Fissati tutti i cardini, la sfida ha avuto inizio.

Daniele Cassioli teambuilding
Daniele Cassioli – Pluricampione mondiale paraolimpico

Daniele ha aperto i giochi con uno speech motivazionale indirizzato a sollevare l’attenzione verso le innumerevoli opportunità date dagli organi di senso a disposizione del corpo umano, considerando che tutti i componenti di ogni squadra sarebbero stati privati di uno di questi: la vista.

“Ma niente paura, essere privati della vista, vi permetterà di guardare oltre” (Cit.Daniele Cassioli)

Con il solo utilizzo di tatto e olfatto, quindi svolgendo l’attività bendati, è stato chiesto a tutti di aprire una scatola misteriosa dove i partecipanti hanno trovato attrezzatura e materiali per costruire qualcosa che rappresentasse le caratteristiche del “luogo ideale” per ogni componente dell’equipe.

Al termine dell’attività è stata rimossa la protezione dagli occhi e ognuno ha raccontato il proprio elaborato avendo cura che il messaggio trasferito ai presenti potesse descrivere, senza timore, le sensazioni che la sfida aveva suscitato.

Il risultato è stato oltre le aspettative.

Molti dei partecipanti (facenti parte della stessa squadra) hanno costruito un cuore senza che gli altri ne fossero a conoscenza.

Abbiamo visto mani e ponti, simboli di opportunità e crescita. Esattamente gli obiettivi che ci eravamo prefissati e a cui sono arrivati in maniera naturale e spontanea.

Il primo tempo della sfida aveva già fatto emergere i giusti stimoli per affrontare la seconda parte della giornata.

Un breve questionario online inviato nell’intervallo tra il primo e il secondo tempo ha fatto emergere tutte le emozioni con le quali i partecipanti avevano affrontato l’attività e ha permesso di dare il via all’intervento pomeridiano tenuto da Samantha, la quale ha portato l’intera equipe a riflettere sull’importanza di lavorare al meglio, in un clima di condivisione e serenità.

Se è vero che #siamotuttiindispensabili, per essere tali l’atteggiamento deve essere quindi positivo e rivolto alla condivisione, così come lo è stata questa giornata breve e intensa, in ogni suo attimo.

E’ diventato chiaro e tangibile che la consapevolezza verso la cura dei rapporti interpersonali, si riflette direttamente anche sulle persone più fragili e bisognose, sia in una struttura per anziani come Domitys, che in altre realtà dove l’attenzione per il prossimo deve rimanere sempre alta.

L’equipe ora ha uno strumento in più per guardare oltre, per vedere con il cuore, le mani, le emozioni.


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