Team building sull’acqua – come scegliere attività e location adatte anche a chi ha paura dell’acqua?
C’era una volta una persona, di circa 45 anni, che non sapeva nuotare. Questa persona, impiegata da oltre sette anni in una nota multinazionale, di questo “limite” non fece mai parola con i suoi colleghi. Proprio mai. Finché un giorno arrivò dal People Manager dell’azienda un invito che non si poteva rifiutare. E che avrebbe “costretto” questa persona a meditare su una possibile soluzione. Quell’invito suonava più o meno così:
“Buongiorno colleghi.
Vi comunico ufficialmente che il giorno X, presso la sede Y, a partire dalle ore Z, siete invitati ad una giornata di team building aziendale sul lago Pinco Pallino, dove al termine di una serie di giochi all’aria aperta ci concederemo una lunga traversata in canoa, pagaiando insieme. Per l’occasione ricordiamo a tutti di indossare vestiario comodo e di portarsi un cambio e una borraccia d’acqua.”
Canoa? Pagaia? Lago? Acqua? “Oddio, io non so nuotare”, avrebbe concluso, terrorizzata, quella persona. Come avrebbe mai potuto partecipare all’attività di team building con i colleghi e, soprattutto, prendere il largo in canoa?
Stiamo esemplificando, ovviamente. E anche un po’ estremizzando. L’idea è quella di immedesimarsi in quella persona che invece di essere entusiasta di vivere un’esperienza di team building coi colleghi, si trova in imbarazzo, in difficoltà, perché spaventata all’idea di non saper gestire la situazione. L’aneddoto potrebbe sembrare di fantasia: vi assicuriamo che non lo è. E oltre a confermare che si tratti di un episodio vero, nemmeno tanto isolato, possiamo anche rassicurarvi: quella persona, come tutte le altre che hanno provato le attività di team building di Corefab in natura, e in particolare sull’acqua, sono “sopravvissute”. 🙂 E hanno scelto spontaneamente di navigare un bacino d’acqua con canoa, pagaia e giubbotto salvagente. Pur non sapendo nuotare. Così sorpassando del tutto quel timore iniziale; quel senso di disagio avvertito al momento del fatidico invito.
Com’è successo? Come è stato possibile? Per rispondere a queste domande dobbiamo fare una premessa. Al di là delle profezie di coach e formatori, nessuno di noi è un “supereroe”. Almeno non come quelli di Stan Lee. Nessuno di noi è in grado di prevedere lo stato d’animo di quella particolare persona nel momento in cui si sente spaventata all’idea di dover sorpassare un proprio limite. Ci sono tuttavia delle scelte, dalle quali noi di Corefab non possiamo prescindere, che possono mettere le persone a loro agio. Nelle condizioni di poter andare oltre; oltre quell’ostacolo mentale. Con la certezza empirica che laddove quelle persone sorpassassero con soddisfazione i propri limiti, saranno le prime a sentirsi supereroi, generando energia sufficiente per se stessi e per gli altri, e così contaminando il gruppo con il proprio entusiasmo. .
Ora che la premessa è fatta, torniamo alla domanda: come ci siamo riusciti? Scegliendo le persone giuste per organizzare le attività; scegliendo la location ideale e sicura affinché chiunque potesse sorpassare i propri limiti, le proprie paure; e assicurandosi che qualunque delle nostre attività, qualunque dei nostri format, fosse adatto anche per principianti. E parlando di persone giuste, crediamo che il migliore approfondimento possibile su questo tema lo possano offrire Paolo e Maddalena (con cui abbiamo già parlato in questo articolo), accompagnatori di media montagna di Tracciatrekking e responsabili di tutte le attività in natura di Corefab società benefit.
Le attività in acqua affascinano tutti. Rimangono uno dei nostri cavalli di battaglia e i clienti ne fanno spesso richiesta. Grazie a packraft, canoe e altri mezzi, siamo sempre riusciti a far navigare tutti. Allora vi chiedo, quali sono i requisiti minimi necessari che un bacino d’acqua deve avere per essere adatto a tutti. Anche ai principianti?
Paolo: deve avere acque basse e tranquille ed essere circondato da un ambiente calmo. È importante avere un accesso all’acqua, come un pontile o una spiaggetta dove posizionarsi con le imbarcazioni ed entrare facilmente in acqua.
Perché il Lago di Pusiano, oggi presidio fisso delle attività organizzate da Corefab con il supporto di Tracciatrekking, è un bacino ideale? Ci raccontate qualcosa di più su questa piccola meraviglia a soli quaranta minuti di auto da Milano?
Paolo: il lago di Pusiano rappresenta un vero gioiello incastonato nella cornice delle Prealpi lecchesi e del Triangolo lariano, una cornice che favorisce la buona riuscita di una giornata tra colleghi. L’acqua è limpida e poco profonda. Il lago è balneabile e non è permesso navigare con barche a motore. L’ambiente naturale, inoltre, è tranquillo e ricco di canneti e fauna acquatica. Non da ultimo, è presente un’isola che può essere raggiunta e circumnavigata anche da chi ha poca esperienza in acqua.
Nella domanda precedente abbiamo citato per la prima volta il packraft. Di cosa si tratta esattamente e perché è un mezzo ideale per chiunque voglia approcciarsi per la prima volta a questa attività?
Paolo: il packraft è un’imbarcazione monoposto gonfiabile, leggera e facilmente trasportabile. Già dalla prima scivolata sull’acqua si ha la sensazione di essere a proprio agio, perfettamente integrati nell’ambiente naturale. Il fondo piatto dà un senso di stabilità che permette anche ai principianti di pagaiare in tutta tranquillità. È perfetto per l’esplorazione della zona costiera e dei canneti, ma anche adatto ad una sfida tra colleghi!
Capita alle volte che i clienti chiedano di fare attività come gare con moto ad acqua, canyoning, sci nautico. Perché queste attività è difficile che siano assimilabili ad attività di team building?
Maddalena: le attività che hai citato sono sicuramente piacevoli, ma nonostante si possano svolgere con i colleghi sono individuali. Credo che un’esperienza autentica di team building in acqua richieda di uscire dall’ottica della performance e di sposare la dimensione della lentezza. L’attività in acqua, secondo noi, deve avere le caratteristiche della “sfida dolce”, un approccio soft che è sì sfidante, ma allo stesso tempo distensivo, in modo da creare le basi e il clima che favoriscono le relazioni e il confronto tra colleghi.
Se ci si dà il tempo e l’occasione di staccare dalle preoccupazioni quotidiane per fare spazio ad una nuova esperienza, questa ha un potenziale più alto.
Con riferimento alla domanda precedente, quanto è importante l’elemento tempo, nel senso di durata dell’esperienza? E’ vero che in alcuni casi il poco tempo a disposizione potrebbe trasmettere un senso di delusione soprattutto se non si è riusciti a completare l’esperienza? Ci fai qualche esempio?
Maddalena: pur non essendoci tempi morti, è fondamentale dedicarsi uno spazio adeguato, non tanto per migliorare il gesto tecnico o per andare più lontano, ma per darsi il tempo di assaporare a pieno l’esperienza in tutte le sue parti, dal briefing tecnico, ai primi tentativi, all’assimilazione dei gesti, permettendole di realizzare le sue potenzialità a livello di singolo e di gruppo. Al contrario vediamo come tempi troppo limitati non concedano all’esperienza di lavorare a livello più profondo, rischiando di circoscrivere il tutto ad un’esperienza con connotazione totalmente diversa.
Ci capita spesso di iniziare l’attività osservando davanti a noi volti preoccupati o tesi e di vederli gradualmente più rilassati durante la giornata. Per noi è una grande soddisfazione approcciarsi a persone che non erano entusiaste all’idea di entrare in acqua e a cui, un paio d’ore dopo, abbiamo dovuto raccomandare di non allontanarsi troppo!
Ogni anno la primavera e l’estate arrivano. E si annunciano sempre più calde. E le richieste aumentano. Aziende che vogliono fare esperienze in natura, aggiungendo dove possibile l’elemento acqua. Soprattutto dopo aver scoperto la qualità del bacino di Pusiano e visto le straordinarie foto delle attività che organizziamo in quell’area. Quale equipaggiamento e vestiario possono consigliare due professionisti con la vostra esperienza?
Maddalena: l’abbigliamento deve essere comodo e leggero, vista la possibilità che possa bagnarsi. Se non si possiedono scarpette specifiche per gli scogli è possibile indossare delle scarpe da ginnastica ed è necessario avere un cambio completo a riva. Portare sempre con sé dell’acqua e una barretta energetica e lasciare a terra o in un contenitore stagno (di cui comunque Corefab è sempre provvisto) gli effetti personali.
Da non dimenticare la crema solare e un cappellino, anche se la giornata non è particolarmente soleggiata.
Bene. Ora abbiamo qualche elemento in più per capire come affrontare queste esperienze. Per non averne paura. Per imparare ad affrontare tutto con il giusto entusiasmo. E se non sapeste nuotare, nessun problema: qualcuno sarà sempre al vostro fianco. E se riusciste a fare qualche pagaiata anche solo a pochi metri da riva, promettiamo che il fotografo vi immortalerà come se foste stati nel mezzo dell’Oceano Pacifico. Così da poter raccontare ad amici e parenti la straordinarietà della vostra impresa: “supereroi” fatti e finiti! 🙂
Marco Menoncello, con la collaborazione di Paolo Guarisco e Maddalena Brivio.
Foto: www.unopuntoquattro.it